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martedì 28 febbraio 2012

Dodge Challenger 1971

Caro Andreo,

la Dodge Challenger l'abbiamo già incontrata nella versione del 1970 (vatti a vedere il post se proprio sei divorato dalla curiosità...). La Challenger è un classico esempio di Mopar: si tratta quindi di una muscle car per antonomasia insieme alla mitica Charger e alla Barracuda.

Insomma su questa auto non c'è in realtà molto da dire perchè oltretutto è estremamente famosa: un vero totem negli USA. Come molte altre muscle car, la Challenger è stata messa al tappeto dalla crisi petrolifera del '74 e, soprattutto, dalla deriva e agonia completa dell'industria automobilistica americana. In tempi relativamente recenti la Challenger è stata riproposta dalla Dodge: ha avuto un certo successo in America mentre in Italia è passata del tutto inosservata. 

Ma torniamo a noi. L'esemplare di oggi è la Dodge Challenger del 1971: in pratica è pressochè identica alla versione del 1970. Un bel risparmio per la HW, un esborso di 1.50€ per noi per avere alla fin fine un doppione che ha solo un 1971 di differenza con il modello del 1970. 

Non ci credi? Guarda un po' tu...





Appunto. Il colore è bislacco, ma verosimile perchè esiste effettivamente una versione verde "paura" come questa. Le proporzioni complessive sono passabili così come accettabile è il livello dei dettagli. Il modello appare un po' schiacciato per terra: chissà perchè. Fascioni neri, spoiler posteriore e bocchettone sul cofano neri: vabbè. Interni in simil finta plastichina nera: vabbuò pure questo. Luci di ingombro evidenziate: che lusso!

Comunque è quasi del tutto identica alla versione del '70, come anticipato. Essendo la Challenger del 1970 un'auto affetta da tristezza cronica, anche questa bellissima muscle car, mi dispiace per la Mopar, la inserisco nella variopinta galassia delle "auto tristi". 



venerdì 24 febbraio 2012

Pontiac GTO Wagon 1966

Caro Andreo,

et voilà l'ennesima Pontiac GTO. Però almeno questa è un pochettino diversa. L'esemplare in questione è una Pontiac GTO del 1966 nella versione Station Wagon

La GTO del '66 è un'auto mitica di cui ho già abbondantemente sproloquiato nel post dedicato al corrispondente modello nella versione berlina. Inutile pertanto fare dei blabla aggiuntivi.

La versione wagon francamente non la conoscevo: quindi grazie alla, o per colpa della, HW ho dovuto sprecare del tempo per farmi un'idea su questa vettura. La linea è certamente bella ed imponente: comunque la versione HW di quest'auto presenta qualche particolarità.





Dunque si tratta di un modello abbastanza proporzionato con un livello di dettagli nello standard medio delle HW: ovvero niente di trascendentale. Cerchi a 5 razze standard anche questi. Interni bianchi (si sporcano subito: fortunatamente non ci può salire nessuno con le scarpe zozze). Il colore della carrozzeria lascia un po' perplessi: da lontano questo esemplare sembra un panetto di burro. Bisogna fare attenzione a non usarlo come ingrediente in cucina. Oltretutto sulle fiancate c'è scritto "fire department" ovvero "stazione dei pompieri": come mai non è rossa questa macchina? Esiste la versione rossa, ma questa ha una tinta color crema o giallo maionese.

Più che un'auto dei pompieri sembra quindi una macchina di un pasticciere o di un gestore di un laboratorio di pasta fresca all'uovo: ma non di certo dei pompieri. Io poi una station wagon con due sportelli non l'ho mai vista: anzi forse in Inghilterra (tanti anni fa) ricordo di aver visto qualche Ford Escort giardinetta con due sportelli, ma non erano macchine molto apprezzate nemmeno da loro. Comunque può darsi che non ci sia nulla di strano.

Sul retro dell'auto ben evidenziata la targa e, dal lunotto posteriore, chi ti sbuca? Il solito quadrupede che ho trovato anche nella Olds Vista Cruiser. Sembra un cane, ma potrebbe essere anche un agnello, o un capretto, un cucciolo di daino, o di lama: chissà che diavolo ci fa lì dietro. Non sarà mica un segnale subliminale? Farò le opportune indagini...

Modello bislacco, ma di un certo interesse. Molto facile da reperire. Una GTO del '66 wagon merita di essere collezionata: pertanto datti da fare. Inadatta all'uso sulle tue piste salmone e zucchine...

sabato 18 febbraio 2012

Volvo P1800 1969

Caro Andreo,

eccoti qui un altro esemplare della Matchbox. In questo caso abbiamo a che fare con una splendida Volvo P1800 del 1969. Si tratta di un'auto sportiva dalla linea molto bella se si considera che è una Volvo. La P1800 è stata prodotta dal 1961 al 1973: quindi il nostro esemplare si avvicina alla fine serie. Si tratta di una gran bella macchina, non c'è che dire: oltretutto in tempi relativamente recenti ne ho visto un esemplare parcheggiato in una piazza della città dove entrambi viviamo. Che buffa coincidenza se pensi che non è una macchina molto comune...

Nota di folklore: la Volvo P1800 era l'auto di Simon Templar (Roger Moore) nella serie televisiva "Il Santo".

Ed ecco la riproduzione Matchbox.






Come al solito, la Matchbox non delude le aspettative. Buono il livello dei dettagli, adeguate le proporzioni. Il colore della carrozzeria è appropriato. I paraurti sono ben fatti. Ben evideziate le scritte, i fari (anche se li ho un po' rovinati ahimè), gli stemmi. Interni neri e vetri trasparenti. Cerchi standard. Nel complesso un lavoro ben fatto. Gran bella macchina come originale e gran bella riproduzione. E' proprio la macchina di Simon Templar (anche se la sua era bianca...).

Che dire? Se la trovi la devi acquistare ed includere immantinenti nella tua collezione. E' un pezzo interessante che merita l'esposizione in prima fila. Escludo tassativamente che tu ci possa giocare: forse quando avrai compiuto 35 anni potrai cominciare a maneggiarla. Ma prima, lascia perdere...






sabato 11 febbraio 2012

Ford Mustang 1992

Caro Andreo,

qualunque collezione che si rispetti ha un criterio, un principio secondo cui questa stessa collezione è organizzata. Se decido di collezionare, che so, dei tegami potrei fissare come criterio collezionistico di raccogliere solo tegami Lagostina degli anni '60 e tralasciare gli altri. Ciò si fa anche per porsi dei limiti altrimenti invece di collezioni avremo solo dei mucchi di roba raccogliticcia.
Allo stesso modo, nel collezionare queste stupide automobiline, bisogna porsi un criterio: c'è chi raccatta solo Ferrari, chi solo stramberie, chi solamente modelli sportivi e via discorrendo. Per quello che mi riguarda, ho cominciato a raccogliere queste robette inizialmente per recuperare alcuni modellini che avevo quando ero piccino (ma erano principalmente della Matchbox) e che mio fratello aveva frittellato a martellate: quindi, come avrai notato il criterio di questa mia ridicola collezione è rappresentato da modelli (principalmente americani - dato che mi piacevano sin da allora) essenzialmente degli anni '60 e '70. Ovviamente qualche eccezione l'ho fatta: avrai notato per esempio la presenza di modelli degli anni '30, '40 e '50, nonchè qualche esemplare degli anni '80.A tale proposito, ti esorto quindi a porti un criterio di collezionismo: vedi tu quello che preferisci...

Visto che alla fine degli anni '70 cominciavo ad essere grandino e delle macchinette me ne fregava ben poco, esemplari recenti in questa mia collezione non ce ne sono e non ce ne saranno: del resto dalla metà degli anni '80 l'industria automobilistica americana ha iniziato un'agonia lentissima, un declino esasperante, che l'ha portata quasi a sparire del tutto. Della gloriosa industria automobilistica americana di un tempo non c'è rimasto più nulla: e la bruttezza e la pocaggine delle auto americane degli utlimi anni conferma quanto dico.

E allora, mi chiederai, cosa cavolo ci fa qui una Ford Mustang del 1992? Beh, per l'appunto, mi serve per evidenziare quanto ti ho appena scritto. Il declino dell'auto americana è esemplificato da questo modello: dove è finita la leggendaria Mustang degli anni '60 e '70? Questa specie di Sierra, cosa ha da spartire con la leggendaria auto con il cavallone in corsa? Nulla, meno di nulla!

Guardi questa Mustang e ti viene la pelle d'oca. Ci credo che poi hanno sbaraccato tutto. Non ci sono idee, non c'è stile, non c'è niente. Una tristezza ed una nullità incredibile. Tanto per confermare la miseria di idee che attanagliava i grandi marchi americani, basta pensare che negli ultimi anni per cercare di ridare un senso alla Mustang, questa macchina è stata oggi ridisegnata praticamente come il modello del 1967...

Visto che ho scritto un prologo lunghissimo, bando alla ciance e vediamo l'esemplare della HW.





Essendo triste e misera l'originale, la riproduzione HW riprende pari pari la stessa tristezza e miseria. Proporzioni corrette, livello dei dettagli modesto come nell'originale. Colore adeguato, ma qualunque colore non risolleva le sorti del modello. Ci sono scritte sulle fiancate che comunque non aiutano a rendere sportivo questo esemplare. Cerchi a 5 razze standard con ruote maggiorate posteriori. Con questa faccia da Sierra, la Mustang del 92 sembra una macchina inglese invece che americana. Santo cielo che tristezza.

Che dire? Esemplare malinconico nel complesso e di fattura deprimente. Ritengo che debba essere collezionato proprio per materializzare la triste parabola della Mustang. Insomma è una specie di lapide che, in quanto tale, deve essere riposta e osservata solo il 2 novembre...



domenica 5 febbraio 2012

1956 Chevrolet Flashsider

Caro Andreo,

visto che ha nevicato a più non posso in questi giorni, ho pensato di recensire un mezzo che potrebbe fare comodo in queste giornate in cui muoversi con la macchina può essere problematico. Ho estrapolato quindi dalla mia bizzarra e ridicola collezione di automobiline questa Chevy Flashsider del 1956

Ci troviamo di fronte all'elaborazione quantomeno pittoresca di un classico pick-up della Chevrolet degli anni '50 ovvero lo Chevy Cameo. Si tratta di un furgone che la Chevrolet ha prodotto dal 1955 al 1958 con risultati commerciali non del tutto strepitosi visto che si doveva confrontare con il Ford Styleside o il Dodge Sweptside che ottennero una fortuna di certo maggiore. 

Vediamo subito l'elaborazione della HW.





Come potrai aver vagamente intuito da queste miserrime foto, il timido ed altrimenti triste furgoncino Chevy Cameo è stato trasformato in un delizioso monster truck. Le ruote sono state a dir poco maggiorate ponendo quindi davanti all'asse anteriore un grosso ed antiestetico blocco dove far passare il sottile pezzetto di fil di ferro che unisce le ruote. Lavoro fatto in economia...

Comunque del Cameo c'è rimasto ben poco. Il cassone posteriore, utilizzato per fini rurali come il trasporto di pecore e capre o barili di whiskey, è stato "murato". Le proporzioni, nonostante gli zatteroni, sono tuttavia abbastanza corrette. Il colore della carrozzeria è buono. Visto che è diventato un monster truck, allora omnia licet: vetri arancioni, scritte e numeri con decorazioni "sprinte e sporte" sulle fiancate... Insomma un mezzo buono per quegli spettacoli che in America vanno per la maggiore dove sfasciano un po' di macchine e girano i vari monster trucks tipo "Big Foot".

Nel complesso un aggeggino di discreta fattura che ti consiglio di raccattare quando puoi. Viste le caratteristiche, sembra piuttosto difficile rovinarlo: tuttavia consiglio sempre prudenza. Tanto non lo puoi usare sulla tua pista con gorgonzola e radicchio...