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venerdì 30 settembre 2011

Chevrolet Camaro 1969

Caro Andreo,

e che te lo dico affà??? Stiamo per parlare della Camaro, mica di bruscolini o di lupini! Già ci siamo imbattutti in una versione d'annata di questa auto leggendaria. Oggi spremiamoci un po' le meningi relativamente alla Chevy Camaro del 1969

Visto che, come ho già detto prima, è un'auto semplicemente leggendaria, credo che ci sia ben poco da dire: fatti un giro in Internet e vedrai un mare di notizie su questa macchina. Una vera muscle car per definizione (anche se io personalmente sono e resto un tifoso della Olds 442 e della Plymouth Barracuda): la Camaro e la Mustang non hanno pertanto bisogno di blabla di sorta.

Vediamo ora questa splendida auto nella versione HW da me acquistata tempo fa per la stratosferica somma di €1,50...





Dunque vediamo di prenderla alla larga: le proporzioni del modello più o meno ci sono, il livello dei dettagli non è stratosferico, ma passabile. Il colore della carrozzeria secondo ammoscia il modello che diventa un po' anonimo. Le decorazioni nere spiccano poco con questo colore della carrozzeria. Le fiamme bianche sono poco sopra la mesta linea di galleggiamento di una tristezza infinita. I cerchi sono molto grandi come vuole la tradizione della HW: in altri casi fanno poco danno, ma in questo caso rimpiccioliscono al confronto lo chassis. Interni bianchi... 

Se non fosse una Camaro sarebbe finita dritta dritta nel calderone bollente delle "auto tristi". Invece la salvo per rispetto del modello originale.

Insomma si poteva fare meglio. Ma tu, caro Andreo, non ti puoi esimere dall'accattare per la tua collezione questo modello: meglio se lo trovi di un altro colore sennò pazienza. Una Camaro del '69 va collezionata ope legis

Modello di facile reperibilità: fruga, cerca, indaga...

Essendo alticcia (non in senso alcolico ovvio) si presta ad essere scaraventata giù per le discese allucinanti della tua Malthusiana pista: diamoci sempre una regolatina però...






giovedì 29 settembre 2011

Oldsmobile 442 - seconda serie - 1970

Caro Andreo,

è sempre un piacere dissertare della Olds 442 perchè è una classica auto americana senza "perchè" e senza "ma". In precedenza abbiamo delirato di versioni precedenti: oggi affrontiamo, armati della necessaria vis retorica, la Oldsmobile 442 del 1970.

Come al solito si tratta di un'auto dalla linea sportiva classica per le muscle car dei primi anni '70: dotata di motori di cilindrata spaventosa e dai consumi ipergalattici, era uno schiaffo al risparmio energetico e alla sicurezza attiva e passiva.

Resta comunque una gran bella macchina che, magari messa vicino ad un'auto di oggi (che ne so?!? Una Fiat Punto ad esempio) fa veramente un gran figurone...

Ma veniamo a noi (che è meglio...)






Visto che era una gran bella macchina in partenza, ce ne voleva per tirare fuori una schifezza in miniatura. La versione realizzata dalla HW è fortunatamente sobria tranne che per le ruote molto grosse (che forse possono servire per le solite sciaguratissime piste). Per il resto è un modello abbastanza buonino: colore appropriato con interessanti rilievi neri, alettone posteriore parimenti nero (si distingue dal resto), frontale e posteriore in finto cromato-plastichese. Le proporzioni sono più o meno quelle; per i particolari si poteva spendere un micromillesimo di centesimo in più e fare qualcosa di meglio. Comunque il risultato è passabile, via!

Evita di scagliarla giù per la tua pirandelliana pista per non sverniciarla. Se proprio devi, fallo solo durante i "solstizi eponimi zoroastriani di ermete trismegisto". 

 Un video che ho già usato, però rende l'idea....


Un omaggio alla mitica Olds 442!




mercoledì 28 settembre 2011

Volkswagen SP2 1972

Caro Andreo,

cambiamo un po' genere in modo abbastanza deciso. Basta con i soliti bistecconi americani. Ragioniamo un tantinello su un modello di auto abbastanza particolare ovvero: la Volkswagen SP2 nella versione del 1972.

Si tratta di un'auto prodotta dal 1971 al 1978 in Brasile: ebbe un successo abbastanza modesto perchè, ho il sospetto, che fosse un discreto bidone. Aveva una linea decisamente interessante, ma credo, da quello che sono riuscito a capire, che camminasse poco o niente. La SP2 era l'erede della SP1 e modello precedente alla SP3: tutti bidoni, senza scampo.

Visto che però era una macchina bellina, vediamo come si manifesta l'esemplare riprodotto in piccolo dagli artigiani della HW che realizzano queste macchinine una per una con una pazienza maniacale...





Beh! Che dire? Proprio un cesso non è: per essere una HW potrebbe quasi (ma dico quasi) sembrare una Matchbox. Comunque: il colore della carrozzeria è indovinato, le proporzioni ci sono, livello dei dettagli adeguato (nota addirittura la maniglia degli sportelli!!!), cerchioni adeguati, niente teschi o fiamme, vetri incolori-insapori-inodori, interni neri simil-finta pelle-plastica. Piccolo danno sul fascione verso il muso: colpa mia come sempre, ma non me ne ero accorto prima...

Insomma, un esemplare interessante. Tutto sommato gradevole. 

E' una macchina particolare: da collezionare certamente. Ehi! Vacci piano con 'sta solita pista...

martedì 27 settembre 2011

La Troca - Chevrolet 3100 pick up 1950

Caro Andreo,

visto l'esemplare in questione, verrebbe da dire: "Porca Troca!". Battuta estremamente cretina...

Dunque, oggi sbiascichiamo di un pick up di un certo interesse: si tratta dello Chevrolet 3100 del 1950 che la HW ribatezza con l'eponimo di "La Troca".

Lo Chevy 3100 venne prodotto dal 1948 al 1953 senza subire grandi modifiche: si tratta di un mezzo che all'epoca era molto popolare e che ebbe molto successo. Il grande successo di vendite dell'epoca ha fatto sì che questo veicolo sia abbastanza semplice da rimediare oggi: molti patiti di Hot Rod quindi si divertono a rimaneggiarlo in ogni modo.

Per quanto riguarda il nome; credo che "la Troca" sia la versione spagnoleggiante di "the Truck" ovvero "il Camion": speriamo di non aver scritto una cavolata...




Diciamo che come esemplare non sarebbe malaccio: però qualche problemino in realtà c'è. La base in plastica rossa che deborda, nelle pedane laterali, nei paraurti e nel muso, è, tanto per usare un eufemismo, una "caduta di stile" di un certo rilievo. Diciamo che produce una discreta "pecionata"... Vada per le timide sfiammate rosse sui parafanghi posteriori e la scritta "la Troca": a questo punto che vuoi fare?

Deliziosa la piccola sverniciatura sul faro anteriore procurata (sicuramente da me) chissà come: ci sto sempre attento, ma si vede che non è bastato. Cerchi passabili, proporzioni appropriate, livello dei dettagli modesto.

Esemplare molto ribassato (lowrider nel vero senso del termine), inadatto in modo completo alle tue ciceroniane piste, può essere reperito con una media facilità. Direi di prenderlo perchè, anche se non è un capolavoro, è pur sempre un pick storico della Chevy del 1950.



lunedì 26 settembre 2011

Montezooma - Chevrolet Monte Carlo 1979

Caro Andreo,

ecco qui un altro esempio di apparente "machinastrana". La HW etichetta questo esemplare semplicemente come Montezooma. Prima vediamolo, poi deliriamo con calma.





Innazitutto, proprio strana-strana non sarebbe: possiamo intuire che la denominazione Montezooma dipenda dai graffiti (prova ad andare in giro con della roba scarabbocchiata sulla macchina e poi vedi quello che ti succede!!!). Infatti sembrano delle pitture precolombiane. 

In realtà ci troviamo di fronte ad una Chevrolet Monte Carlo del 1979 senza tetto. Si capisce anche il giochino di parole: Monte Carlo - Monte Zooma. Ma dimmi tu a che livelli siamo finiti...

Una macchina belloccia e molto famosa negli USA. In questo caso hanno voluto fare qualche piccola bizzarria: nient'altro.

Il modello comunque è abbastanza ben fatto. Accidenti ai soliti vetri rossi. I cerchi sono passabili. Colore discreto. Proporzioni tutto sommato corrette. Gli possiamo dare un 6!

E' da tanto che non si vede in giro questo modello: quindi trai da te le debite conclusioni. Come tutte le convertibles, è delicatissima: il parabrezza si può rompere facilmente. Quindi tassativamente proibito scatafiondarla già per la pista! Capiscammeee???

venerdì 23 settembre 2011

Metrorail: AMC-Nash Metropolitan serie IV 1959-1961

Caro Andreo,

in teoria, con questo post, ci spostiamo nella'veo delle cosiddette "machinestrane". L'esemplare che ti presento è infatti denominato "Metrorail" dalla Hot Wheels senza fornire alcuna spiegazione aggiuntiva. 

Vediamo innanzitutto di cosa cavolo sto parlando.





Come puoi notare si tratta di una specie di Dragster arrabbiatissimo con un cofano spropositatamente allungato, un bel motorone che scappa fuori dal medesimo cofano, scappamenti di ogni genere...

'Sta roba potrebbe sembrare un affare inventato dalla Hot Wheels su due piedi: invece no. Quella che vedi è l'elaborazione in versione appunto Dragster di un'auto reale. Si tratta della Nash Metropolitan costruita negli USA dal 1954 al 1962. In particolare questo modello è la riproduzione della quarta generazione di Matropolitan della Nash.


  Si trattava di una micro auto americana che venne anche prodotta e commercializzata in Gran Bretagna dall'Austin. Era una macchina piuttosto buffa e piccolina e mi ha sempre ricordato le automobiline delle giostre e le pericolossime/taglientissime metalliche automobiline a pedali della nostra infanzia. Alla fine del 1961 uscì di produzione perchè strozzata dalla concorrenza: penso però che all'epoca in USA con la benzina a quattro soldi non importava a nessuno di produrre e acquistare ipccole auto magari dai consumi parchi. Erano proprio altri tempi.


Ma veniamo a noialtri. L'esemplare è abbastanza ben realizzato. Indovinati i colori, buoni i dettagli e le cromature, le proporzioni sembrano corrette, ha pure lo scrittone sui fianchi. I cerchioni ci possono stare, mentre i vetri rossi a me non piacciono. Che ci vuoi fare? 

Come avrai intuito dalle foto le ruote anteriori mi sono "collassate": il modello quindi ha il muso verso il basso e struscia per terra. E' un esemplare piuttosto delicatino: strano per un Dragster!!!

Non credo che questo modello si possa trovare oggi tanto facilmente perchè è un'emissione un po' vecchiotta. Comunque è un esemplare di un certo interesse per la tua collezione dato che, sia pure "all'arrabbiata", riproduce un'auto molto particolare degli anni '50.

Giocarci con la pista? Scordatelo!

martedì 20 settembre 2011

Pontiac Firebird 1969

Caro Andreo,

comincio a pensare, in modo sconsolato e triste, che la Pontiac Firebird debba essere considerata a pieno titolo un vero e proprio tormentone nell'universo collassante delle Hot Wheels al pari, niente po' po'  di meno che, della Chevelle o della Charger.

Ciò rende molto faticosa la stesura di qeusti già di per sè inutili e eticamente fatiscenti post. Comunque, poichè mi sono auto-inflitto l'ingrato e gravoso compito di portare avanti questa parodia di un blog, passo alla discussione filosofica ed estetica dell'ennesima macchinina...

Di cosa stavamo parlando? Ah sì, l'ennesima ed imputrescibile Pontiac Firebird questa volta del 1969

Cosa possiamo aggiungere a quanto già detto altrove? Classica muscle car americana della fine degli anni '60, dotata di cilindrata pazzesca (arrivava fino a 4000 di cilindrata), consumi allucinanti e sicurezza pressochè nulla. Era però caratterizzata dalla classica forma a "bottiglia di Coca-Cola" e questo la rendeva sicuramente interesante da un punto di vista estetico. Inutile dire che faceva a cazzotti con la Camaro, la Corvette, la Mustang, la 442, la Barracuda: tutte lì a contendersi la clientela dei giovanotti danarosi americani di quegli anni.

Basta con le scemenze e veniamo a noi. Eccoti qui il modello che ho nella mia penosa collezione.




Come puoi notare, anche in questo caso ne posseggo due esemplari: qualcuno potrebbe chiedersi perchè ogni tanto di questi modelli ne possiedo almeno due? Bella domanda: la risposta è piuttosto semplice. Semplicemente mi sbaglio perchè nemmeno io mi ricordo dei modelli che fanno parte della mia collezione. Fortunatamente è raro che ne prenda proprio due identici (è successo però...): almeno così vario...

Comunque sono due semplari molto simili. La Firebird bianca presenta i vetri azzurrati, i fascioni blu stile sport-americano, scrittone sul cofano. La viola ha i vetri bianchi e gomme con cerchiatura rossa. Per il resto sono identiche. Le proporzioni sono corrette, il livello dei dettagli poteva essere migliore, soprattutto per il muso. Un modello direi nella media, che di più non si può.

Che dire? Quando cominci a raccogliere le Firebird (come le molliche lasciate cadere nel bosco...) ti tocca andare avanti perchè la HW ne ha fatte in tutte le salse e tutte le versioni. Vedrai quante altre ne salteranno fuori! Ci manca solo una versione con crema di asparagi e quella servita con baccalà e prugne: poi siamo a posto!

lunedì 19 settembre 2011

Chevrolet Corvette Sting Ray coupè 1963-1964

Caro Andreo,

inutile a dirsi, eccoci qui di nuovo a sbiascicare di una macchina leggendaria che già conosciamo bene. In questo caso però introduciamo una versione particolare di questa classica vettura: stiamo parlando della Chevrolet Corvette Sting Ray coupè.

Questa vettura venne introdotta con la seconda generazione della Corvette (1963-1964) ed aveva la particolarità di possedere un caratteristico lunotto posteriore sdoppiato. Prese d'aria e lunotto sdoppiato sparirono dalla Corvette nel 1964 per ragioni di sicurezza. Insomma stiamo parlando di una versione molto particolare e piuttosto rara di un mito della Chevrolet.

Passiamo ora al modello realizzato dalla HW.





La HW presenta questa versione con la classica livrea delle sportivissime americane ovvero bianca con fasciame blu. Abbiamo già trovato questa combinazione in altre vetture, ma adesso non me ne viene in mente una che sia una (l'età che avanza....). Le ruote sono molto grosse ed i corchioni non sono proprio una bellezza: pazienza. Passabile il livello dei dettagli e le proporzioni complessive. Insomma una realizzazione poco sopra la sufficienza considerato il modello in questione che forse meritava qualcosa di meglio.

Se perdi un po' di tempo in giro, finisce che riesci a mettere le mani su questo esemplare che, per quanto esposto in modo cretino più sopra, ritengo debba essere incluso in una collezione di HW che si rispetti. 

Visto che si tratta della riproduzione di una bomba sportivissima ti autorizzo a giocarci con la tua mozartiana pista, ma solo nei giorni pari che iniziano con la lettera "q"....


venerdì 16 settembre 2011

Austin Mini Cooper 1964

Caro Andreo,

e che c'è bisogno di presentare una macchina simile? E chi diavolo non conosce la Mini Minor? Qui stiamo chiacchierando di una delle macchine più famose del mondo mica di broccoletti di Bruxelles! 

Se ti fai un giro in Internet ti fai una bella cultura sulla storia e caratteristiche di questa vettura che negli anni '60 e '70 tutti sognavano di avere. La versione Cooper era pure una scheggia che stravinceva in tutti i rallye. Inutile dire che quella specie di saponetta che gira oggi con lo stesso nome non ha nulla a che vedere con l'originale. Sarà magari più rifinita e più elegante, ma è un'altra cosa. Lasciamo perdere và, che è maglio!

L'esemplare che vado a descrivere in questo cretinissimo post è un'Austin Mini Cooper del 1964 realizzata dalla Matchbox: quindi è una riproduzione più verosimile e curata rispetto alle mansdruppate che di solito fanno alla HW.



Visto che dettagli e che particolari? Notato il battistrada sulle gomme? Buone le proporzioni ed i livello dei dettagli è abbastanza alto. Il colore è proprio il suo (British Green) con tettino bianco anche se rossa non sarebbe stata male. Peccato che mi si sono leggermente sverniciati i fari anteriori: vabbè, pazienza.

Un bel modello. Non c'è che dire.

Esemplare da raccattare immediatamente quando ti capita a tiro. Reperibilità buona. Immancabile in una collezione di "ricordini" degli anni '60....



giovedì 15 settembre 2011

Dodge B-100 Tradesman Custom Van 1977 (first generation)

Caro Andreo,

ammappate che furgone da metallari che hanno realizzato i creativi di HW! Sono riusciti a trasformare un placidissimo furgone Dodge B-100 Tradesman del 1977 in una specie di veicolo di supporto dei Metallica o dei Motorhead. Ci mancano le chitarre e gli amplificatori e siamo a posto.

Partiamo dall'inizio. Il Dodge B-100 è stato prodotto per decenni: noi abbiamo a che fare con un modello della prima generazione realizzato dal 1971 al 1978 nelle versioni Tradesman (commerciale) e Sportsman (passeggeri). Il modello in questione è senza dubbio un Tradesman che è stato profondamente rivisitato. 

Ecco l'esemplare oggetto del presente delirio.





Colore carrozzeria grigio metallizzato, decorazioni fiammeggianti rosso fuoco, minigonne, spoiler anteriore, ruote con cerchi finto-lega con cerchiatura rossa, parabrezza e vetri rossi, interni rossi, tetto rosso trasparente da cui si vede l'interno con altri sedili... Come ho già detto, roba da metallari scatenati. 

Sembrerebbe una pecionata, invece, secondo me, viene fuori un risultato di un certo interesse. Non è proprio del tutto male. Non mi dispiace per niente... Pur essendo un po' esagerato, ha la sua dose di gajardaggine. Hai visto che roba!

Un tempo facilmente reperibile, ora non si trova più: se puoi aggiungilo alla tua collezione perchè un van della Dodge degli anni '70 resta decisamente un classico. Bel modello, da trattare con rispetto....

Questa è la pubblicità del Dodge B-100 del '71, però è simpatica...




Questo video è a dir poco fantastico!!! That's the best review-style for HW models! Very fun...

mercoledì 14 settembre 2011

Ford Custom Cabriolet 1940

Caro Andreo,

rieccoci ripiombati negli anni ruggenti con questo modello molto classico fra gli amanti delle Hot Rod: la Ford Custom Cabriolet del 1940. Come ho già scritto altrove in questo blog (già, ma dove?!?) le auto degli anni 30 e 40 sono l'oggetto prediletto degli smanettatori americani di auto per la trasformazione di modelli paciosi in mostri Hot Rod. Questa auto è pertanto una delle più comuni vittime di queste forme di super tuning: i risultati sono spesso veramente impressionanti.

Per l'appunto, la HW, per tenere testa alla proprio fama, presenta questo esemplare nella forma che più Hot Rod di così non si può, come potrai, più o meno agevolmente dedurre dai miei orrendi dagherrotipi.




Come puoi notare, posseggo due esemplari di questo modello: alla fin fine piuttosto simili. Le differenze sono solo nel colore della carrozzeria e degli interni. Comunque: una Hot Rod dovevano fare ed una Hot Rod hanno fatto. L'auto è abbastanza elegante e, visto quanto detto sopra, le fiamme sono inevitabili così come i cerchi "rabbiati". Ripeto: è una Hot Rod quindi "deve" avere certe caratteristiche, volenti o nolenti. 

Le proporzioni del modello sono fondamentalmente corrette: il livello dei dettagli accettabile. Insomma un esemplare sufficiente nel complesso ed apprezzabile per quello che è.

Questa HW si trova piuttosto facilmente e visto che è un classico degli anni '40 e un cult nel mondo delle Hot Rod, direi che merita di essere raccattato e catalogato in una collezione di HW che si rispetti. Anche se appare piuttosto robusto, essendo un cabriolet rimane comunque un po' delicato: il parabrezza si sfascia con grande facilità. Lo vuoi catapultare giù dalla tua pista? Come ti pare, ma se ti si rompe il parabrezza poi non voglio sentire lagne...

Guardati questa nacchinina...

martedì 13 settembre 2011

Dodge Dart Demon 1971

Caro Andreo,

auto pressochè ignota in Italia, la Dodge Demon, qui presentata nella versione del 1971 (è stata prodotta fino al 1976), era la versione fastback della Dodge Dart, una vettura piuttosto comune negli USA prodotta sin dal 1960. La Dodge Dart Demon non è che ebbe una fortuna particolare in fatto di vendite anche perchè, pur essendo la solita classica muscle car di notevole cilindrata, finì per cadere nell'affollatissimo settore dove spadroneggiavano le Ford, le Pontiac o le Plymouth o, peggio ancora, altri modelli della stessa Dodge. Un'auto quindi che già nella versione originale era piuttosto triste. 

La riproduzione realizzata dalla HW in un certo senso ricalca la tristezza e l'anonimità del modello originale anche se però, bisogna ammettere, non sono stati fatti danni particolari.




Purtroppo le mie foto non sono un granchè, però si intuisce il tentativo della HW di dare dignità a questo modello: il colore viola (alternato con il nero) non è la fine del mondo però alla fin fine si può digerire, cerchioni standard, muso e retro sufficientemente definiti, proporzioni complessive e livello dei dettagli accettabili. Insomma un esemplare nel complesso decente. 

Sono dell'idea di non inserire la Demon fra le auto tristi perchè penso che, almeno come modellino della HW, meriti una benchè minima chance...

Modello molto facilmente reperibile, ritengo degno di accattamento per il semplice fatto che si tratta della riproduzione di un'auto poco nota e scarsamente diffusa: vale la pena quindi di collezionarlo. Come al solito: vacci piano con la tua metafisica pista perchè si potrebbe rovinare. Vabbè che non è un pezzo raro, ma insomma...

lunedì 12 settembre 2011

Buick Regal Grand National 1982

Caro Andreo,

eccoci qui con un modello che, durante i tristissimi e bui anni per l'industria automobilistica americana, si fece comunque notare. Stiamo parlando della Buick Regal Grand National nella prima versione del 1982

Auto sicuramente non stratosferica, presenta le classiche linee delle auto americane degli anni '80: non brilla tuttavia per originalità e gajardaggine. Resta tuttavia un classico di quegli anni ed in USA ha un suo certo giro di estimatori.

Visto poi che sei un appassionato del film "Cars", devo dire che Chick Hicks, il cattivissimo avversario di Saetta McQueen, ha le fattezze che ricordano tanto, ma tanto, la Buick Grand National. Mi sbaglierò, ma ci assomiglia veramente tanto...

L'auto in questione non si segnala quindi per essere una stella nel firmamento automobilistico: vediamo se la HW è riuscita in qualche modo a farla brillare.




Ahi, ahi, ahi. Modello dai dettagli poco evidenziati, proporzioni non corrette (l'originale è più filante e lunga, questa è corta e tozza), colore carrozzeria tristissimo, colata di vernice che copre interamente il muso (fari e griglia radiatore compresi) e retro (spariti i fari), cerchioni banalissimi da quattro soldi, interni argentati...

L'intero cofano poi si rimuove: non se ne capisce il motivo. Il risultato però è che il muso è un po' sballato rispetto al resto della macchina. Se poi lo togli e lo rimetti un po' di volte rischi di rompere tutto...

Insomma non è un capolavoro. Il risultato finale è, purtroppo, un esemplare che con tutte le scarpe rientra a pieno titolo nel mesto novero delle "auto tristi". Accidenti che peccato.

Modello facilmente reperibile, merita di essere collezionato primo perchè, come detto prima, se sei un appassionato del film Cars quest'auto la devi avere e poi perchè comunque ricorda una delle poche auto americane decenti degli anni '80. Auto comunque piuttosto delicata non si presta al gioco errabondo delle tue smithsoniane piste. Lascia perciò perdere...


Et violà: Chick Hicks




Pubblicità della versione del 1985

venerdì 9 settembre 2011

Ford Mustang 1969

Caro Andreo,

ammappate che versione della Mustang si sono inventati quelli della HW!! In pratica della mitica Mustang del 1969 hanno tirato fuori una vera muscle car con i controcavoli. Ovviamente è inutile ora stare qui a disquisire sulla Mustang perchè è una macchina che conoscono tutti: vero?!?

Passiamo subito ad esaminare il modello elaborato dalla HW.





E' vero che la macchina originaria si presta assai, ma il risultato finale è discreto: veramente discreto. Premetto che a me le auto sportive non piacciono per niente, però in questo caso nulla da eccepire.

Il nero dona, non c'è niente da fare. I super cerchioni ci stanno, niente da dire anche in questo caso. Gli interni rossi: evvai! I fascioni decorativi: passabili. Ha pure una specie di carenone anteriore che ribassa il profilo dell'auto... Insomma a chi piacciono le sportivissime, con un 1,50€ si porta a casa una bella amcchina che non necessita nè di garage nè di antifurti. E non consuma praticamente niente! Meglio di così!

Le Mustang DEVONO essere collezionate sennò la tua collezione di HW fa pietà. Datti da fare quindi.
Visto quanto sopra faccio fatica a dirti di non giocarci con le tue Nietzchiane piste: però prudenza e occhio...


giovedì 8 settembre 2011

Chevrolet Custom (Bel Air 409 bubble top) 1962

Caro Andreo,

rieccoci rimpiombati negli anni '60 con un altro modello molto comune in quegli anni: la Chevy Bel Air 409 del 1962. Auto classica dalle linee tipiche di quegli anni: il classico macchinone dalla cilindrata spaventosa, consumi allucinanti, sicurezza nulla e dagli ingombri spaventosi.

La HW marchia questo modello come Chevy Custom 1962: quindi ho dovuto perdere un po' di tempo per capire di che razza di macchina si trattasse davvero. Dopo aver studiato la faccenda (ero incerto se fosse un'Impala per la verità) ho optato per la Chevrolet Bel Air 409 Bubble top. Speriamo di averci preso e di non dire fregnacce...





Il modello in questione appare piuttosto sobrio e tutto sommato ben realizzato: essendo un'auto di natura tipicamente "familiare" c'era evidentemente poco da smanettare. Proporporzioni OK, livello dei dettagli passabile, cerchioni d'ordinanza nelle HW. Il colore non è malaccio e la fascia blu non rompe più di tanto. Un esemplare più che sufficiente.

Visto che la HW ha realizzato la Bel Air in tutte le salse, ti tocca inevitabilmente collezionare anche questa. Io, se fossi in te - ma non lo sono - non ci giocherei con le tue Keynesiane piste: non merita sverniciature e graffi vari. Acquista e stipa...

 E ora un po' di pubblicità del 1962...