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mercoledì 14 dicembre 2011

Pontiac GTO 1969 "The Judge"

Caro Andreo,

scrivendo e riscrivendo idiotissimi post su questo meschino blog, ho fatto una scoperta a dir poco allarmante: sono pieno di Pontiac! In effetti non ci avevo fatto caso. Spesso e volentieri avevo inveito contro la HW perchè ci ammorbava con le Mustang o con un mare di Chevy: e invece devo dire che la Pontiac GTO è un tormentone di proporzioni non inferiori a quelli di cui sopra. Niente male, niente male.

Comunque, visto che sono pieno di GTO, vediamo di esaminare pure questa. Ci troviamo a che fare oggi con la Pontiac GTO del 1969 nella versione, nientepòpòdimenoche, "The Judge".

Se la Pontiac GTO è un'auto mitica, la versione "The Judge" (Il Giudice) è a dir poco leggendaria. Questa versione avrebbe dovuto fare concorrennza alla Plymouth Road Runner (vai a vedere questo modello nello specifico post sempre presente in questo blog) e comunque avrebbe dovuto segnare un punto a favore della Pontiac nell'intricatissimo mondo delle Muscle Cars dell'epoca. Al di là dei numeri e dei risultati di vendita, la GTO "The Judge" rimane una vettura classica della fine degli anni '60 a tal punto che quando circola ancor oggi si dice: "Tutti in piedi. E' arrivato 'Il Giudice - The Judge'".

Ciancio alle bande e vediamo il pezzo in esame.






Come puoi agilmente notare, in questi scialbi degherrotipi sono ritratte due GTO: in realtà ne posseggo una terza di colore giallo che è rimasta chiusa all'interno del suo imballaggio originale.

Pur essendo pressochè uguali, una (quella arancione) riporta la dicitura "The Judge", l'altra (la grigia) ne è invece sprovvista. In realtà i due modelli sono identici. Il modello grigio (non "The Judge") sembra leggermente più rifinito avendo le bande nere sul cofano ed una decorazione rossa lungo le fiancate nonchè interni neri in simil pelle-plasticheggiante. La "The Judge" appare nel complesso più scrausa con interni argentati: come se avesse in pratica i sedili di peltro...

Comunque nel complesso le proporzioni sono corrette, ma il livello dei dettagli è veramente risicato. Pure la scritta "The Judge" appare realizzata in economia... Insomma per una versione così famosa non si sono molto sprecati: basta anche guardare il muso di questi due esemplari per vedere quanto grossolanamente sono stati realizzati.... Mannaggia...
Cerchioni a 5 razze standard senza infamia e senza lode: nel complesso due modelli un po' moscetti.

In conclusione, si può dire che forse si poteva fare di meglio. Tuttavia, in considerazione della fama del modello originale, direi che devi collezionare questa versione della GTO. Anche se non è di certo una realizzazione mozza-(sic)-fiato, eviterei di gettarla giù dalla tua pista mozzarella e fiori di zucca: ci mancherebbero pure le sverniciature...




lunedì 12 dicembre 2011

Chevrolet Monte Carlo 1970

Caro Andreo,

se c'è una macchina che è veramente da definire uno "straclassico" questa è certamente la Chevy Monte Carlo. Auto pressochè ingota ai più dalle nostre parti, ma molto popolare negli USA, la Monte Carlo per decenni ha rappresentao la più tipica auto americana: direi che alla fine faceva quasi parte itnegrante del paesaggio. Del resto se uno guarda un film americano degli anni '70 o '80 ne noterà un bel po' in giro per le strade. 

Realizzata in varie generazioni, la Chevy Monte Carlo era una caratteristica 2 porte di dimensioni significative, cilindrata da paura (dai 5.7 litri del modello base fino ai 7,44 del modello Turbo Jet V8) con velocità irrisorie, consumi inimmaginabili per gli standard attuali: nonostante le sue linee tipicamente americane, resta comunque un discreto, ma affascinantissimo "bidone" degli anni '70. I simply love it.

La versione che andiamo ad esaminare in questo sciocco post è la Chevy Monte Carlo del 1970 ovvero la prima generazione che apparve sul mercato (oltretutto prima dello schock petrolifero del 1973).






Diciamo subito che le proporzioni di questo modello appaiono sostanzialmente corrette. Il colore della carrozzeria ('sto verdone...) è tuttavia abbastanza vintage e coerente con i colori in voga negli anni '70. Accettabili le modanature biancastre sulle fiancate e gli striscioni sul cofano: il tutto tende a sottolineare le linee spigolose e quadrate come imponeva il gusto stilistico dell'epoca (niente a che vedere con le uova che girano oggi). Il livello dei particolari non sarà mozzafiato, ma non è nemmeno del tutto deprimente: le maniglie delle portiere sono ben evidenziate così come interessante è la scritta "Monte Carlo" (ma come ci accontentiamo di poco!). Certo che però una maggiore cura sul frontale non ci sarebbe stata male... Cerchioni a 5 razze abbastanza buoni: come al solito quelli posteriori sono più grandi.

Un bell'esemplare nel complesso che, possiamo dirlo, passa con un votazione sopra la sufficienza il nostro esame inquisitorio. Dato che si tratta di un'icona degli anni '70, il minimo che puoi fare è alzarti subito dalla sedia e cercare di trovare questo esemplare. Si trova piuttosto facilmente: quindi mettiti all'opera (non in senso lirico-musicale ovvio).

Altrettanto ovvio sarebbe evitare di sverniciare o profanare un modello dal valore al limite del totemico: escluderei pertanto di impiegarlo sadicamente sulla tua pista tonno e carciofini...






venerdì 9 dicembre 2011

Ford Mustang Concept 1962

Caro Andreo,

ti piacciono i prototipi? A me francamente no. Di solito si tratta di bizzarre creazioni di creativi che alla fine non si realizzano mai. Spesso sono delle assurdità che ci fanno sorridere e quasi mai si concretizzano nelle cosiddette "auto di domani". Diciamo che sono quasi sempre delle "mezze cagate"...

Attenzione però, perchè parlo di quasi sempre. Talvolta si trova molto da scoprire nelle concept cars. In particolare negli anni '50 e '60 le concept cars esprimevano l'idea di come sarebbe stato il futuro nel suo complesso. Oggi, esaminando questi bizzarri esemplari, possiamo comprendere come all'epoca si guardava e si immaginava il futuro. 

Accidenti, quanta filosofia sto facendo! Comunque è questo il caso delle varie elaborazioni che hanno poi alla fine condotto alla realizzazione di una delle automobili più leggendarie della Ford ovvero la Mustang. Parecchie concept cars furono elaborate prima di arrivare alla versione definitiva ed alcune di queste detengono un certo interesse. La HW ne ha realizzate alcune riproduzioni come questa  Ford Mustang Concept del 1962 che vado subito ad illustrarti.




Certo, adesso uno la vede così questa macchina e non ci trova niente di strano. Bisogna pensare però che siamo nel 1962 acciderba! Comunque le proprzioni di questo modello sono corrette, il livello dei dettagli discreto. Il colore è appropriato con gli interni in finta-pelle.plastichinata neri. Niente stramberie e buone le decorazioni presenti. Anche i cerchioni sono abbastanza buoni. Un modello accettabile nel complesso, via!

Direi che, anche considerato che si trova piuttosto facilmente, questo modello lo dovresti possedere. Come accade in tutte le convertibles anche questo ha il parabrezza delicatissimo: quindi escluso tassativamente di lanciarlo giù per la tua pista con mozzarella di bufala e pachini. E poi è un prototipo, un modello sperimentale. Un po' di rispetto, diamine!









mercoledì 7 dicembre 2011

Pontiac GTO 1964

Caro Andreo,

il modello che andiamo ad esaminare in questo scalcinato post interessa una delle prime versioni di una delle auto più leggendarie della produzione automobilistica americana: la Pontiac GTO, in questo caso, del 1964.

Devo premettere però che, anche se la HW denomina questo modello come GTO del '64, a me francamente sembra più una Pontiac Grand Prix. Forse è un modello di transizione questo del '64, comunque, visto che io non ci capisco più di tanto, mi attengo a quanto dichiarato dalla HW.

Questo modello devo dire che non si ispirava al principio della massima originalità anche se di lì a poco la GTO avrebbe assunto la sua caratteristica più evidente ovvero i due fari anteriori sovrapposti. In questo caso, la GTO presenta i fari anteriori orizzontali come li avevano alla fin fine un po' tutte le auto. In quei primi anni '60 le macchine erano degli scatoloni squadrati che si assomigliavano un po' tutti. Del resto non è quello che succede anche oggi? Quando non c'è molta fantasia in circolazione ecco che abbondano i clichè. Che ci vuoi fare?

Non perdiamo ulteriore tempo e vediamo il motivo per cui sto sprecando mucchi di minuti con questo post...





Dunque: visto che il modello originale non era proprio un esempio di trasgressione stilistica, anche questa replica soffre dello stesso problema. Comunque le proporzioni complessive diciamo che ci sono ed il livello dei dettagli è passabile (considera che questo esemplare fa parte della serie Treasure Hunts). Il colore della carrozzeria è orribile: una specie di azzurro smosciato verdastro, acquamarina ma di un mare inquinato. Le fiamme arancioni "sbattono" con questo colore un po' putrescente della carrozzeria e comunque sono un tantino patetiche: è vero che è una GTO, ma l'impressione che rimane è quella del "cassone". Inutile arrabbiarlo con le fiamme: non ci casca nessuno. Le fiamme che sbucano dal cofano anteriore poi fanno pensare che il motore stia fondendo: insomma non è un bel biglietto da visita. A proposito, il cofano motore si apre e questo è uno dei rari casi in cui non si vede la triste fessurazione quando il cofano non si chiude del tutto. Qui, mi tocca ammetterlo, la cosa è fatta abbastanza bene.

Muso ben realizzato, cerchioni a 5 razze con quelli posteriori maggiorati: gli interni azzurri mi ricordano quelli del mio Ford Taunus del 1976. La lacrimuccia è d'obbligo...

Esemplare nel complesso non malaccio: direi che una GTO del '64 non sfigura di certo nella tua collezione. Se ti dai da fare, con un po' di pazienza, questo modello si trova abbastanza facilmente in giro. 

Di solito questo tipo di modelli, in passato, strusciavano goffamente per terra. Ora la HW con questi cerchi li ha decisamente sollevati e non smusano più per terra: questo non significa ovviamente che questa GTO la devi fiondare giù per la tua pista con i fiori di zucca...


Questo è lo spot della Grand Prix del 1962: più o meno siamo lì. Ahò per me questa è una Grand Prix...