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lunedì 30 maggio 2011

Plymouth Barracuda 1974 (race version)

Caro Andreo,

della Plymouth Barracuda del 1974 abbiamo già abbondantemente parlato in altra sede. Pertanto ti mando in quel post (in senso buono intendo) se vuoi avere un po' di blabla condito e farcito adeguatamente.

La versione che ti sottopongo in questa sede è piuttosto particolare. Io la denomino "race version", ma non si chiama così...

Invece di disquisire in modo delirante, cominciamo ad esaminare l'oggetto del presente delirio...




Dunque vista così non sembrerebbe niente di particolare. Anzi, a proposito di particolari, siamo molto distanti dalla versione che abbiamo esaminato precedentemente. E' vero che la versione stradale faceva parte della serie Teasure Hunts, ovvero la mejo serie delle HW. Questa ha un livello di dettagli più basso e generico: si tratta però di una versione grintosissima e sportiva.

Ruotoni giganteschi, fiamme a non finire (tutto sommato si possono anche tollerare su una versione così "all'arrabbiata"), una bella scrittona sulle fiancate, un "qualcosa" che sporge dal retro (che sia un motore fuoribordo? una turbina?, un razzo? Mah!). Il colore della carrozzeria è indovinato: il classico blu notte da HW di razza. Insomma sembrerebbe il tipico esemplare da scaraventare giù nelle tue Dickensiane piste mozzafiato.

Però. Però. Però. Questo modello riserva una piccola sorpresina.



Et voilà, il modello si apre come una vongola verace e, grazie ad un robustissimo telaio in plastichina 100%, viene fuori il motore (ma guarda, proprio sotto il sedere del virtuale pilota! Chissà che caldo! Un bel problemone per chi soffre di emorroidi - sia pur virtuali).

La cosa è abbastanza simpatica e rende il modello in questione un tanto originale. Certo, come in tutti i casi in cui ci sono sportelli o cofani che si aprono, ciò aumenta in modo esponenziale la delicatezza del modello. Quindi, anche se sembra un modellino da pista, io francamente ci andrei pianino: è piuttosto delicato e si può scassare con molta facilità.

Direi che si tratta di un modello da collezionare volentieri. Primo perchè un pur sempre una Barracuda, poi perchè ha un certo qual tocco di originalità. E' da parecchio però che non lo vedo in circolazione...

venerdì 27 maggio 2011

Chevrolet Bel Air 1959

Caro Andreo,

non so se si è capito, ma la Chevy Bel Air è uno dei tormentoni primari di ogni collezionista di HW. Diciamo anzi che la Bel Air è la madre di tutti i tormentoni di questa paranoica collezione. Infatti, come avrai notato, la Bel Air viene servita dalla HW in tutte le salse possibili immaginabili e in tutte le annate concepibili: esistono versioni sedan, 4 o 2 porte, convertible, impanate, alla amatriciana, alla cacciatora. Recentemente si sta pensando anche di realizzare una Bel Air del '55 ai quattro formaggi.

Comunque lasciamo perdere le divagazioni e parliamo del modello oggetto della nostra penosa analisi. Oggi parliamo infatti della Chevrolet Bel Air del 1959. Inutile dire che si tratta del solito straclassico degli straclassici. Auto molto nota e comunissima negli USA, ha vantato un notevole numero di estimatori nel passato così come oggi: è infatti oggetto di attrazione per molti collezionisti.

Il design di quest'auto è quello classico delle auto americane della fine degli anni '50: certo l'impressione che può dare è però quella del tipico "polmone" di una volta...

Vediamo ora il modello realizzato dalla HW.




Si tratta di un esemplare di un certo qual interesse. I dettagli non sono stratosferici: soprattutto il retro dell'auto è stato soffocato da una colata di vernice che ha di fatto azzerato il design dei fari che invece era un carattere peculiare di questo modello. Alla fine i fari posteriori ad "occhi a mandorla" non si vedono più. Peccato. Il muso è un pochino migliore, ma un po' sbilenco. Anche qui però si sono persi dei dettagli importanti come le feritoie sotto il cofano: tutto coperto di rosso e non si vedono più.

Le proporzioni complessive più o meno ci sono: gli interni neri sono indovinati. I cerchioni non c'entrano un fico secco.

Il colore della carrozzeria è indovinato e, anche se sono presenti delle scritte senza senso alcuno, tuttavia il risultato è dignitoso. Un modello nel complesso interessante e di fattura accettabile.

Questo modello era molto facile da trovare alcuni anni fa: ora non lo trovi nemmeno con il lanternino. Siccome è comunque un modello interessante del '59, se hai occasione di incontrarlo, acquistalo subito. Impossibile da utilizzare sulle tue Wagneriane Piste: esemplare bassissimo striscia come una lumaca. La verniciatura poi è delicatissima: si svernicia con molta facilità. Quindi proibito giocarci...

Che anni...







Tanto per farci quattro risate (si fa per dire perchè non ci sarebbe niente da ridere) includo questo video dove si dimostra chiaramente come queste auto "vintage" fossero e siano molto pericolose al confronto con le auto moderne: erano certamente auto bellissime, ma i livelli di sicurezza, grazie al cielo, sono molto cresciuti nel tempo...

mercoledì 25 maggio 2011

Volkswagen T2 Bus 1970

Caro Andreo,

eccoci qui nuovamente a descrivere un bellissimo modello della Matchbox che riproduce un'icona fondamentale dell'automobilismo, soprattutto degli anni '60 e '70. Sto parlando del Volkswagen Bus T2 (Type 2) del 1970 detto "Bulli".

Inutile dire che si tratta di un veicolo leggendario di chiara estrazione "maggiolinesca": del resto quando pensi al VW bus ti viene subito in mente Woodstock, gli Hippy, "mettete dei fiori (di zucca) nei vostri cannoli", ecc... Insomma basta dare una guardatina in Internet e viene fuori un fiume incontenibile di notizie su questo mezzo: risparmio quindi i polpastrelli e direi di passare immediatamente al sodo.


Anche in questo caso, la Matchbox non si smentisce. Il livello qualitativo complessivo è notevole. Proporzioni corrette, dettagli precisi, ottimo colore carrozzeria, tettino simil-telo, i cerchi proporzionati, le griglie anteriori, il marchio VW ben in evidenza sul muso, i fari anteriori e posteriori di buona fattura, anche gli interni sono molto curati. Niente pecette o aberrazioni di alcun tipo.

Alla fine ti viene quasi voglia di salirci dentro e andarci a fare un giro. A quale livello di deficienza siamo arrivati!

Bello, bello, bello. Veramente bello. Un gioiellino che fa molto piacere avere nella propria collezione.

Ho trovato questo esemplare per puro caso, solo soletto, qualche anno fa e non ho più avuto occasione di notarlo in giro. Mi sembra superfluo dirti di acquistarlo se ne avrai la possibilità.

Direi che si tratta di un modello prettamente da scaffale: impossibile ed inverosimile giocarci con la tua rocambolesca pista casareccia.

Occhio! Vediamo di non danneggiare un esemplare simile.


Ed ora gli spot pubblicitari dell'epoca e video. Il commento è chiarissimo...






martedì 24 maggio 2011

Chevrolet Camaro 1967

Caro Andreo,

Camaro, Camaro e poi Camaro. Non so se si capisce, ma la Chevy Camaro è la muscle car per antonomasia. Finora ho un po' traccheggiato su questo blog per lasciare spazio ad altre vetture, ma non è possibile tirarla per le lunghe all'infinito. Non si può parlare di un Hot Wheels Garage dignitoso senza finire prima o poi addosso ad una Camaro.

Sul modello originale sono stati scritti fiumi di parole e considerazioni che ammorberebbero questo post già di per sè noiosissimo e privo di qualsiasi senso del razionale. Se vuoi farti una cultura sulla Camaro, fatti un giretto in Internet e verrai travolto dalle informazioni. Ovviamente la Camaro è un cult in tutte le sue versioni ed annate.

In questa sede ci sbrodoliamo addosso un po' di blabla sulla Chevy Camaro versione del 1967 ovvero sostanzialmente la prima versione della Camaro (dato che debuttò nel 1966).

Auto splendida già alla prima uscita, bellissima e potentissima. Dopo tutti questi "issimi" vediamo gli esemplari in mio possesso usciti dalle sapienti mani degli artigiani della HW.



Non so se si capisce da questi dagherrotipi, come vedi ho due esemplari di Camaro del '67: sono piuttosto simili, ma hanno qualche differenza.

Le proporzioni sono sostenzialmente corrette, il livello dei dettagli non è elevatissimo ma comunque sopportabile. Colori delle carrozzerie OK: essendo una muscle car per definizione, qualsiasi cosa le metti addosso sembra andare bene. Anche le fiamme. Come puoi vedere, mi sembrano modelli discreti sia con livrea opaca che lucida. Le ruote sono forse un po' troppo grosse: i grandi cerchi posteriori fanno alzare il didietro e sembrano andare in giro con il sedere all'insù. Comunque va bene anche così. Cerchi neri o cerchi cromati vanno sempre bene. Non c'è niente da fare: la Camaro non l'ammazza nessuno.

La versione con fiamme presenta il cofano apribile e questo fatto (che potrebbe essere interessante perchè si vede il motore: capirai che curiosità!) rende il modello più delicato (occhio si può staccare...) e (siccome non si può chiudere per bene) rimane lo "spiraglino" che non è un bel vedere. Comunque rimane un bell'esemplare.

Caro Andreo. Mi pare superfluo a questo punto sottolineare che DEVI avere la Camaro nella tua collezione. Ti ripeto "DEVI". Datti da fare a cercare perchè soprattutto questo modello non è poi così facile da reperire. I modelli più recenti non hanno purtroppo lo stesso fascino anche se (vedi il caso del film Transformers) fanno sempre un certo colpo.

Di giocarci, non se ne parla neppure...

E vai con i video pubblicitari dell'epoca che sono sempre ganzissimi...



lunedì 23 maggio 2011

Dodge Challenger 1970

Caro Andreo,

della serie "largo alle auto tristi", oggi ti vado a scodellare questa Dodge Challenger del 1970. In questa macabra serie, abbiamo avuto già l'onore di incontrare la mestissima Ford Falcon, regina incontrastata ed irraggiungibile di questa selezionatissima ed esclusiva categoria.

Perchè includere anche questa Dodge? Beh, devo dire che si tratta di un'auto dall'impostazione molto sportiva: lo stile è quello tipico delle muscle car americane "denavorta". Diciamo che tutto sommato non ci sarebbe niente da dire: forse è allora proprio questo il problema di questa Challenger. Non c'è proprio niente da dire. Forse è una muscle car fin troppo classica: le manca il benchè minimo tocco di originalità. Tutto troppo scontato, tutto troppo ovvio. Siamo lontani dallo stile della Charger, della Mustang, della Camaro o della Barracuda.

Se l'originale, secondo il mio modestissimo parere, è una vettura "pallosa" vediamo che hanno combinato i creativi della HW.



Come si può rilevare da queste pietose foto, l'esemplare in questione è abbastanza ben fatto. Il colore della carrozzeria non è il solito colore affibbiato alla media dei modelli HW, il livello dei dettagli è abbastanza buono (il tappo benzina in evidenza, la scritta Dodge sul cofano...), le proporzioni sono occappa, indovinato anche il grande bocchettone sul cofano. Forse i cerchioni non c'entrano un cavolo e oltrettutto il modello è ribassato forse più del necessario.

Detto questo potremmo concludere che si tratta di un esemplare di descreta fattura. Eppure, secondo me è "palloso" tanto quanto l'originale. Le sembianze un po' da "fettina panata"non ti fanno strappare i capelli dalla gioia e gridare "Wow! Che màghina...". La guardi e dici: "Sì, vabbè, non è malaccio, ma c'è demejo...". Insomma un modello così così.

Recentemente la HW ha rilasciato un esemplare della Dodge Challenger del 1970 molto più aggressivo e sportivo, con numeroni, pecette e lampi, dal colore rosso metaliizzato. Bel tentativo non c'è che dire: l'auto però è sempre pallosa. Sembra un albero di natale palloso.

Comunque se ti capita, ti suggerisco di collezionarla: così, non si sa mai. Questo esemplare l'ho trovato anni fa e non l'ho più rivisto. Quello nuovo è attualmente un po' ovunque. Vedi tu.


Anche questa clip pubblicitaria dell'epoca mi sembra un po' noiosa...

venerdì 20 maggio 2011

Chevrolet Bel Air 1957

Caro Andreo,

sicuramente mi dirai: ancora 'sta benedetta Bel Air del '57? Sì, dico io, ma questa è una Bel Air particolare.

Innanzitutto ti rimando al post specifico sulla Bel Air del 1957 per il chiacchiericcio e per i video ecc... ecc...

L'esemplare di Chevy Bel Air che ti propino oggi è diverso perchè, non solo è una versione un po' particolare, ma è anche un'emissione (come si dice in gergo filatelico) del 1976.

Ecco qui l'oggetto in questione



Come puoi notare è molto diversa della versioni successive. Innanzitutto le proporzioni: è più corta e più tozza. Le cromature sono opache invece che brillanti come nelle emissioni recenti. La vernice della carrozzeria è molto opaca e ruvida: sfrucugnando in Internet ho trovato che questo modello, con questa verniciatura, dovrebbe cambiare colore con il calore. Questo però capiterebbe ai modelli di una serie specifica, diciamo fatti apposta per fare questa bella frescaccia inutile di cambiare colore. Oltretutto non mi risulta che questi esemplari cangianti siano così vecchiotti: anzi credo che siano di anni relativamente recenti.

Ho provato comunque più volte ad esporre al caldo 'sta Bel Air, ma non succede niente. Blu è e blu resta.

A differenza di altri modelli di HW d'epoca che posseggo, questo è in perfetto stato. Immacolato.

Si può discutere sulle decorazioni stile "stelle e strisce" sulle fiancate o sui vetri rossi: rimane però un modello particolare e doppiamente "vintage". Può avere un valore questa HW del 1976? Francamente non lo so, ma un modello simile in giro non l'ho mai visto, per lo meno in questi ultimi anni, nemmeno come replica.

Che ti dico? Se lo trovi, magari su qualche bancarella, piglialo subito: corre pure come una scheggia, ma non ci puoi giocare. Eh no!

mercoledì 18 maggio 2011

Plymouth Superbird 1970

Caro Andreo,

visto che sei un grande appassionato del film "Cars" non ho potuto fare a meno di recensire questo modello sicuramente a te molto familiare (non inteso come station wagon ovvio). Sto disquisendo della Plymouth Superbird del 1970.

Si tratta di un'auto che venne progettata all'epoca principalmente per le corse della NASCAR e che, forse anche per la linea un po' estrema per quegli anni - dovuta a scelte aerodinamiche e progettazione nella galleria del vento - non riscosse il successo che forse avrebbe meritato.

Comunque si tratta di un'auto molto interessante sotto molti punti di vista: forse si sarà anche capito che sono un fan della Plymouth. Vabbè: questi sono affari miei che nulla hanno a che vedere con la conduzione di questo blog...

La riproduzione della Superbird realizzata dalla HW è abbastanza buona, come puoi evincere dalle mie catarattiche foto, anche se a mio parere si è forse un po' perso quel tocco fortemente sportivo d'avanguardia che caratterizzano il modello orginale.

Della Superbird posseggo due esemplari: uno giallo (quello in foto) ed uno verde. Secondo me la scelta di questi colori è stata poco felice perchè smosciano in generale il modello.


Il livello dei dettagli è nel complesso accettabile (scritta "Plymouth" sul fianco e relativo indicatore arancione), tettino in nero (simil-finto vinile che andava tanto in quegli anni), cerchi un po' spartani, ma passabili, proporzioni discrete. Il grosso alettone posteriore non è un capriccio della HW: è proprio così anche nell'originale.

In effetti questo modello può dare l'impressione di assomigliare più ad un pesce che ad un'auto: del resto però la Superbird era proprio così. Un pesce...

Non è bello però offendere una Plymouth: quindi posso concludere che si tratta comunque di un esemplare discreto (quello verde meno però). Vista la tua passione per il film "Cars", sei chiamato a possedere con avidità la Superbird: non puoi non averla. E se proprio non puoi farne a meno, ti concedo pure di giocarci con la pista: giusto per rievocare le gesta dei tuoi eroi del film "Cars"...

Eccoti una Superbird dal vero... Grande Plymouth!



Ed ecco la Superbird in azione nelle corse...



Ed un piccolo tributo a "The King"...

lunedì 16 maggio 2011

Chevrolet Corvette 1969

Caro Andreo,

della serie "rifamoce l'occhi", ecco qui uno splendido esemplare di auto sportivissima e leggendaria: la Chevrolet Corvette del 1969. Di tutte le Corvette io credo che questa versione sia la più bella per la sua linea estremamente filante e sportiva. Un'auto eccezionale e bellissima. Di fatto c'è ben poco da aggiungere: ti consiglio di acquistarne una usata se ti capitasse (ovviamente vera...).

Senza tanti giri di parole, prendiamo in esame il modello realizzato dalla Hot Wheels.


Penso che solo un criminale in attesa della pena di morte, avrebbe potuto distruggere un'auto come questa: devo dire che il modello proposto dalla HW sembrerebbe non essere stato realizzato da un "dead man walking", anzi...

La realizzazione finale è decisamente buona: niente scarabocchi, teschi, fiamme. Colore della carrozzeria buono con i fascioni neri che danno un certo tocco ulteriore di sportività. Livello dei dettagli buoni, niente vetri viola o azzurri o gialli o rossi, ma semplicemente trasparenti. I cerchioni enormi ci stanno discretamente.

Insomma mi permetto di attribuire a questo modello un voto decisamente più che sufficiente: la linea bellissima della Corvette è rimasta immutata anche se forse le proporzioni complessive di questo esemplare non sono perfettissime. Comunque il risultato finale è quasi eccellente. bel modello, via!

Si tratta di un esemplare facilmente reperibile in circolazione: quindi datti da fare. Una Corvette simile deve far parte della tua collezione. Visto poi che è un'auto da "pista" (quella vera intendo dire), ti consento di giocarci sulla tua metafisica pista mesmerizzante una volta a settimana con grandissima precauzione (come sempre).


Guarda che macchina che era la Corvette...

giovedì 12 maggio 2011

Ford Anglia 105E 1959

Caro Andreo,

permettimi di iniziare questo post con un sonoro "AAAARRRGHHHHH!!!".


Perchè scrivo un urlo simile? Beh, ho tantissime ragioni per farlo quando si parla della Ford Anglia. In questo caso poi parliamo della Ford Anglia Mod. 105E prodotta dal 1959 al 1967.

Ho talmente tante ragioni per mettermi a gridare quando sento il nome "Ford Anglia" che non so nemmeno da dove iniziare.

Innanzitutto consentimi di dire che l'Aglia, secondo la mia modestissima opinione, è stata una delle auto più orrende che io personalmente abbia mai visto e, come leggerai più oltre, subìto in vita mia. Il fatto di essere la bruttissima copia in formato ridotto di qualche modello americano dell'epoca non l'ha aiutata di certo. Il muso simil-Chevrolet (fatto male ovvio), le pinne posteriori (non c'entravano un piffero!!), la sagoma a freccia con il tetto ridicolmente spiovente (c'era anche una versione della Citroen AMI8 che aveva lo stesso problema), il fatto che fosse piccola, alta e stretta la rendevano più simile ad una cabina telefonica investita da un tram che ad un'auto. Sembrava una di quelle macchinine a pedali di ferro che regalavano a noi marmocchi (pericolosissime e taglientissime - si arrugginivano pure) o le macchinine delle giostre: insomma era il classico "macinino".


Direi anche che forse l'Anglia ha ispirato i designers della Germania Est per il design della Trabant, famigerata auto di cartone (non animato)...


Tanto per concludere in complimenti, visti gli spigoli presenti ovunque (interni ed esterni) e visto che probabilmente milioni di pedoni erano stati trafitti dalle Anglia, alcuni anni dopo uscì una versione amcora più orribile (sembrava impossibile fare di peggio: invece...) tutta arrotondata: l'Anglia Torino. Orribile, semplicemente orribile.

E poi quanti atroci ricordi dell'Anglia! Sarà stata la metà degli anni '60: io ero un piccolo monello, ma certi ricordi non me li cancella più nessuno. Nemmeno Freud e Jung messi insieme! Mentre mio padre possedeva una bislacchissima Opel Kadett azzurrina (anch'essa con micro-pinne e via dicendo), un suo amico possedeva un'Anglia grigio sorcio "andatoammaleinavanzatostatodiputrefazione" con interni in finta pelle rossi che producevano (soprattutto in estate dopo un periodo prolungato di esposizione al sole) un odore inconfondibile. Gomma infuocata con esalazione di precedente sudore e puzza di piedi + colla fusa e metallo arroventato con una lieve fragranza forse di ammoniaca e cane morto per affogamento (quindi bagnato). Ripeto: è impossibile per me dimenticare una cosa del genere.

In estate capitava che si facessero delle vere e proprie "macchinate" di ragazzini che venivano portati al mare. Io, i miei fratelli e i figli di questo amico di mio padre (con cui eravamo anche noi amici) venivamo (forse i nostri genitori facevano a turno) letteralmente caricati e stipati dentro questa Anglia dalle caratteristiche che ti ho appena descritto. Ti puoi immaginare la situazione imbarazzante. Appena saliti a bordo, l'odorino dell'Anglia, la sua pregiatissima finta-pelle nei sedili, il calore da centrale nucleare a fusione, la ridottissima circolazione dell'aria (era a due porte con dei finestrini ridicoli - aria condizionata inimmaginabile all'epoca), il sovraffollamento di bambini armati di palloni, secchielli, borse e borsoni, "tamburelli", (e chi più nei ha più ne metta) il tutto sommato alle caratteristiche delle strade dell'epoca (tutte curve) e alla distanza da fare (circa 40 km fino al mare), rendevano l'Anglia potenzialmente un'arma di distruzione di massa.

Dopo pochi metri infatti, all'euforia generale per la gita in corso, si sostituiva rapidamente uno scenario tipo "Dante's Inferno" (il videogame): di fatto era impossibile trattenere una successione ininterrotta di conati di vomito. Bastava che iniziasse uno e appresso tutti i ragazzini che si univano in un corale e cosmico fiume di vomito che tracimava ovunque.

Il povero guidatore non faceva nemmeno in tempo a fermarsi e mentre gridava "Resistete che devo trovare un rettilineo per fermarmi!!!" (povero illuso: non c'erano rettilinei allora - non li avevano ancora inventati forse), noi tutti poveri dannati e sventurati eravamo con il vomito fino alle ginocchia e quasi privi di sensi...

Queste scene da film dell'orrore di quarta categoria si sono ripetute più volte purtroppo e ahimè la povera Anglia era ormai compromessa: l'odore e le chiazze indelebili di vomito ormai l'avevano marchiata a fuoco come un vitello maremmano. Già da lontano quando la vedevi, ti cominciava a girare la testa, ti si appannava la vista, ti tornava su la parmigiana mangiata anni prima... Cominciavi a cercare disperatamente una busta...

Non so francamente come abbia fatto, ma il felice possessore di questo collettore di vomito ambulante riuscì a vendere questo peculiare esemplare di Anglia: venne rimpiazzata da una Peugeot 404 Berlina verde scuro (sempre con le pinne) su cui ci venne tassativamente proibito di mettere piede. Chissà perchè...

Sta di fatto che, ancor oggi, se mi capita di vedere una Ford Anglia (anche in foto) mi vengono dei malori allo stomaco ed una nausea irrefrenabile...

Dopo una storia del genere, mi chiedo se uno può avere ancora voglia di parlare di Anglia: voglio solo ricordare che l'Aglia 105E è stata riesumata, con un esemplare azzurrino, nei film di Harry Potter. Lì l'hanno fatta pure volare: pensa tu che vomitate "magiche" ci si possono ancora fare...

Vediamo ora il modello messo in piedi dalla HW.



Anche in questo caso c'è da dire "AAARRRGGHHH!". L'esemplare è semplicemente orribile e nemmeno lontanamente equiparabile all'originale (per certi aspetti forse anche fortunatamente).

A parte le pecette varie ed i dettagli ridotti al minimo, il grosso problema restano le proporzioni: insomma anche questo modello, nel suo piccolo, fa vomitare... Il maldestro tentativo di attribuire una qualche qualità a questo modello si è trasformato in una trasfigurazione generale. L'anglia originale è infatti stretta e corta: qui è decisamente più larga e più bassa.

I vetri gialli sono allucinanti e stonano completamente: forse sono gialli per gli schizzi di vomito degli occupanti virtuali. Il grigio sorcio comunque è "la morte sua" come si dice dalle nostre parti. Insomma alla fine il risultato conclusivo è una specia di rana grigia dall'espressione sconsolata.

In conclusione: un modello drammaticamente orribile, fuori proporzione, di basso livello.

Eppure, caro mio, ti consiglio di acquistare questo esemplare: serve praticamente come monito. Una specie di avvertimento sulla finitezza dell'esistenza umana, diciamo così.

Ed ora, una bella indigestione di Anglia in questo video...

Comunque ridiamoci sopra con questo video.


mercoledì 11 maggio 2011

Pontiac GTO 1965

Caro Andreo,

quando si parla di superclassiche muscle car non puoi evitare un modello come questo: la Pontiac GTO del 1965. Si tratta di una vera e propria icona (gli informatici dicono ìcona) di un'epoca, di un modo di fare automobili, di rappresentare la cultura e lo stile di vita americano degli anni '60. C'è anche da dire che quando dici Pontiac ti viene subito in mente la GTO.

Tutto questo per dire che abbiamo a che fare con un modello "cult" che DEVE essere rappresentato nella tua collezione di Hot Wheels. Di questa auto, la HW ne ha declinato parecchie versioni di varie annate (ne esistono anche modelli convertible e station wagon che saranno oggetto di futuri deliranti sproloqui in questa sede).

Iniziamo quindi la nostra disamina. Come puoi notare di questo modello ne possiedo due esemplari quasi uguali che, in omaggio alla classicità della GTO, ho deciso di immortalare nei miei scalcinatissimi dagherrotipi.



Dunque, già a prima vista possiamo dire che ci troviamo di fronte due esemplari di livello discreto senza troppe burinate: anzi si potrebbe pure dire che talora essi sfiorano anche la linea di galleggiamento del modello "noioso". Qualcuno potrebbe sostenere che non mi va mai bene niente, ma, io dico, se devo spendere 1€ o 1.50€ per una macchina permettetemi almeno di avere qualche pretesa. Eh!

Comunque, non divaghiamo. I colori sono discreti in entrambe le modalità, buono il livello dei dettagli anche sul frontale e sul retro, accettabili i cerchi standard di tutte le HW di medio livello. L'unica cosa che forse andrebbe rivista è la proporzione del modello: mi sembra infatti che questi esemplari di GTO, rispetto all'originale, siano un po' troppo stretti. Insomma la versione orginale della GTO 1965 mi sembra più larga e più bassa: si sviluppa più in orizzontale che in verticale. Ciò non mi sembra rispettato nella versione realizzata dalla HW. però è una mia impressione...

Modello che tempo fa era piuttosto comune da trovare, oggi non si vede più in circolazione. Certamente non è un modello raro e prezioso, ma bisogna darsi da fare per trovarlo. Per questa ragione, ti invito a sfrucugnare nei mucchi di HW nella speranza di trovare qualcosa: parimenti eviterei di catapultarlo giù dalla tua pista per evitare che si rovini.


La Pontiac GTO nel '65 è stata pure auto dell'anno...



lunedì 9 maggio 2011

Chrysler AMC Javelin AMX 1974

Caro Andreo,

oggi descriviamo un modello di un certo interesse nel mondo delle muscle cars anche se poco noto in Italia. Si tratta della AMC Javelin AMX del 1974.

La Javelin è stata costruita fra il 1967 ed il 1974 dalla American Motors Company affiliata alla Chrysler. Si tratta di una classica auto americana realizzata sulla falsa riga della Ford Mustang o la Plymouth Barracuda.

Anche se poco nota da noi, era comunque una gran bella macchina dal tipico design anni '60 e '70 con una discreta impronta sportiva, ma non troppo aggressiva. Nel '71 venne lanciata la seconda generazione della Javelin con la versione AMX particolarmente sportiveggiante.

Il modello messo a punto dalla HW ricalca questi parametri e devo dire che il risultato è abbastanza soddisfacente. Macchina onesta in partenza, modellino onesto in arrivo.



Le proporzioni del modello in questione sono abbastanza corrette. Azzeccato il colore e, visto che si tratta di una muscle car sportiva, possiamo anche tollerare numeri e scritte che appaiono sulle fiancate. Il muso presenta un buon livello di dettaglio e altrettanto si può dire del posteriore. I cerchioni sono occappa. L'aver scelto la versione a due posti rende l'esemplare in oggetto filante e molto sportivo.

Insomma tutto sommato un buon risultato. Una volta tanto non ci lagniamo...

Modello facilmente reperibile e di recente fattura. Quindi non puoi non trovarlo. Credo che un esemplare simile possa degnamente far parte della tua collezione. Essendo un esemplare abbastanza robusto, ben fatto e strutturato adguatamente, ti consento anche di poterci giocare (solo nei giorni dispari però) sulla tua micidiale pista. Fai sempre attenzione a non rovinarlo però eh!

Ti inserisco questo video della pubblicità radiofonica per la AMC: nello slideshow si vede anche la Javelin del 1974. che malinconia...







venerdì 6 maggio 2011

Dodge Charger 1974

Caro Andreo,

il modello in esame oggetto di questo scalcinato post è la Dodge Charger nella versione del 1974. Si tratta di un classico fra le muscle car americane che la HW ha declinato in tutte la salse possibili immaginabili. Ne esistono infatti varie annate, con vari colori e veri livelli qualitativi: insomma la Charger è una specie di tormentone presente pressochè sempre in tutti i mucchi di HW in vendita.

Questo rende forse la disquisizione sulla Charger (in questo caso del 1974) un po' noisetta e banale: c'è poco da dire in fondo. Certo non dobbiamo dimenticarci che la Charger (quella però era del 1969) era la protagonista della celeberrima serie televisiva "the Duke of Hazzard": chi non ricorda l'arancionissimo Generale Lee sfrecciare nelle strade di campagna insieme ai fratelli Duke?

Vediamo allora il modello in questione.


In linea generale le proporzioni del modello sono abbastanza buone, ma il livello dei dettagli non è la fine del mondo. Il frontale è stato oggetto di una colata di vernice rossa che lo rende poco evidente e non si distingue dalla carrozzaeria. Il colore comunque è azzeccato ed esaltato dal cofano nero e i fascioni neri laterali. Il livello dei dettagli si recupera un tantinello con l'evidenza data alle frecce laterali e alla scritta "Dodge" e "charger" sul fianco. I cerchioni sono occappa visto che è una muscle car.

Insomma un modello nella media che più nella media non si può. Senza infamia e senza lode. Comunque, visto quello che rappresenta, deve essere collezionato perchè le Charger non possono mancare in una collezione di HW che si rispetti.

Questo modello si trova con una facilità estrema: lo trovi ovunque e ci manca pure poco che te lo tirino dietro. Quindi datti da fare. Date queste premesse ti posso anche consentire di giochicchiarci sempre però con molta prudenza: il fatto che non sia un modello raro e prezioso non vuol dire che lo possiamo sbudellare...

Ed ora i video....

In questo triste trailer si vede una Charger del 1974... Perchè la Charger la sbattevano sempre da tutte le parti???





Visto che l'abbiamo citato, anche se non c'entra dirattamente, non ho resistito alla voglia di accludere questo bel video sul Generale Lee: che macchina 'sta Charger...


mercoledì 4 maggio 2011

Citroen DS 1968

Caro Andreo,

oggi introduciamo un esemplare che non c'entra proprio niente. Non è un modello della HW (è infatti della Matchbox) e non è una muscle car americana: è un'auto francese famosissima e ganzissima. Sto parlando della Citroen DS del 1968.

Auto che più famosa di così non si può, la DS, soprannominata anche "ferro da stiro" o "squalo", è stata una della protagoniste indiscusse del paessaggio stradale dell'infanzia della mia generazione.

Era una macchina diffussissima, apprezzatissima, comodissima e all'avanguardissima. Con le sue sospensioni idro-pneumatiche, era una delle macchine più comode e ganze da guidare che ci fossero. Comunque niente era "normale" in una DS: non aveva nulla a che spartire con alcuna altra macchina dell'epoca. E secondo me su tanti aspetti rimane un modello insuperato ed insuperabile. E' infatti la testimonianza di quel tipo di macchine piene di "personalità" che oggi ci possiamo nemmeno immaginare...

Basta con le chiacchiere e passiamo all'autopsia (è il caso di dirlo) dell'esemplare in oggetto.




Come sempre avviene per i modelli della Matchbox, il livello dei particolari e dei dettagli è elevato. Niente pecette, teschi, fiamme o scritte deliranti: è semplicemente la riproduzione del modello originale.

Azzeccato il colore della verniciatura, ben evidenziati i fari e i dettagli dei paraurti. Buoni i particolari degli interni. C'è pure la targa posteriore. Forse i cerchi non sono proprio il massimo, ma pazienza. Le proprozioni complessive del modello sono comunque OK.

Non c'è altro da dire. Se la vedi la DEVI avere: anche se non è una HW, una DS è sempre un pezzo che merita l'attenzione del collezionista paranoico e schizifrenico degni di questo nome. Oltretutto se la cerchi con attenzione, la trovi con una certa facilità.

Detto questo è ovvio che con la Citroen DS non ci si gioca per nessun motivo...

Ed ora un piccolo spot dell'epoca in questo video

martedì 3 maggio 2011

Chevrolet Bel Air 1955 Taxi (yellow cab version)

Caro Andreo,

con il post di oggi inauguriamo una serie nuova di modelli HW ovvero le versioni speciali. Nello specifico parliamo della Chevrolet Bel Air del 1955 nella versione Taxi.

Ovviamente la HW ha realizzato anche una versione "laica" della Chevy del 1955 che sarà oggetto dei mei deliri in uno specifico post quanto prima.

La versione in oggetto suscita in me un qualche (sia pur risibile) interesse per il fatto che quando mi recai a New York per la prima volta (tanti, ma tanti anni fa), mi sembra di ricordare di aver visto in circolazione per le vie di Manhattan ancora qualcuna di queste vetture taxi. Erano considerate come i taxi di Londra da quanto erano ritenute un vero "classico", una specie di elemento del paesaggio della Grande Mela.

Oggi purtroppo sono del tutto sparite sostituite completamente dalle Ford Crown Victoria, una macchina costruita solo per essere usata come taxi o auto della Polizia americana. Nei film di qualche anno fa però ancora si vedono facilmente

Comunque, ciancio alle bande e vediamo di che si tratta.


Come già detto, innanzitutto si tratta di un allestimento speciale di uno straclassico delle auto americane "denavorta". Il modello in esame è ovviamente giallo perchè è un taxi (come si evince dalla gigantesca scritta sui fianchi), anche se però non ha la classica targhetta sul tetto. Come mai? Che razza di taxi è? Comunque, diamo per buona questa piccola caduta di stile, ma per essere un taxi esso presenta delle scritte sulla carrozzeria che fanno pensare comunque ad una macchina più consona ad uno stunt man che ad un tassista. Ciò è confermato dai grossi cerchioni e dai cristalli rossi (una follia per un taxi...) che rendono questo modello una vera muscle car. Comunque, sorvoliamo anche su queste cose. Il problema è che questo modello è oltretutto una "due porte" cosa che per un taxi non è una scomodità: di più!

In breve: buono il livello dei dettagli, corrette le proporzioni, adeguata la qualità complessiva. Però non è un taxi: è una muscle car gialla con la scritta taxi. Oppure è di un tassista abusivo (suggerirei allora di cancellare la grossa scritta TAXI a meno di non essere a Roma dove non importerebbe a nessuno) che arrotonda lo stipendio facendo anche delle corse... Chi lo sa?

Nel complesso però, a parte queste considerazioni imbecilli, si tratta di un esemplare di un certo interesse: consiglio di accattarlo nel caso ti capitasse di incrociarlo. Io l'ho acquistato anni fa e da molto però che non lo vedo: non credo però che sia un pezzo raro e di valore.

Si tratta inoltre di un modello abbastanza delicato: almeno quello in mio possesso. Sconsiglio pertanto di usarlo nelle piste perchè si svernicia molto facilmente e tende ad "aprirsi". Prudenza, prudenza, prudenza.

Non sono del tutto certo, ma credo che questa auto sia il modello di taxi protagonista del film "Taxi Driver": comunque ti inserisco il link a questo video anche come omaggio all'intera categoria...