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martedì 31 gennaio 2012

Pontiac GTO "The Judge" 1970

Caro Andreo,

la Pontiac GTO "the Judge" del 1970 è un'icona nel mondo fatato delle muscle car. Si tratta di una macchina che non ha bisogno di presentazioni di alcun tipo: basta dire "The Judge" ed il gioco è fatto. Certo per gli appassionati delle GTO degli anni '60, con i loro tipici fari anteriori sovrapposti, la versione del 1970 apparirà forse un po' banalotta, ma non si può stare lì ad andare tanto per il sottile.

Insomma eccoci a disquisire dell'ennesima Pontiac e dell'ennesima GTO: direi che forse è meglio risparmiare tempo,polpastrelli e danaro e passare immantinenti alla disamina del nostro pregiatissimo esemplare della HW.





Il colore giallo mi sembra appropriato per questo modello che ricalca abbastanza bene l'originale in quanto a proporzioni. I dettagli sono discreti, ma non daliri e strappamenti di capelli e cute. Comunque i cerchi sono passabili e non sproporzionati. Altrettanto passabili le decorazioni sulle fiancate nonchè la dicitura "the Judge" che differenzia codesto modello da quello non-"The Judge". Vetri trasparenti e selleria in finta pelle-plastichina nera: ci si può anche stare, via! Alettone posteriore utile in caso di sosta per uno spuntino: ci si può apparecchiare sopra e poggiare piatti, bicchieri, stoviglie, posate ed il fiasco di vino rosso della casa regolamentare (in questo caso si può bere perchè nessuno ti fermerà ubriaco al volante di una simile macchinina...)

Insomma, nel complesso un esemplare dignitoso, privo di burinate e volgarità che talora sfregiano modelli anche di maggiore blasone.

Fino a qualche minuto fa, questo modello si trovava abbastanza facilmente in giro, ma via via sta scomparendo come la poiana della Val Trombona. Pertanto ti sollecito a darti da fare perchè una simile GTO "The Judge" del 1970 fa la sua porca figura in una collezione di HW degna di questo nomignolo.

Non ci giocare, non la tirare giù dalla tua pista wurstel e carciofini, non la rovinare, non la rigare, non la sverniciare, non la scagliare contro i muri, non...



lunedì 23 gennaio 2012

Chevrolet Custom V-8 Vega 1970

Caro Andreo,

a guardarla così la Chevrolet Vega (in questo caso nella versione V-8 del 1970) potrebbe sembrare una mezza macchinuccia tendente alla sola. Beh, in parte è vero. Perchè la Vega era un'auto di piccola taglia prodotta dalla Chevrolet dal 1970 al 1977 famosa per essere poco affidabile, pericolosetta e con gravi inclinazioni alla ruggine. Infatti dopo una serie di casini e proteste, la Vega venne definitivamente ritirata dal mercato nel 1977 proprio perchè era diventata una specie di arma impropria. In sostanza la Vega rappresenta una specie di emblema della catastrofe qualitativa dell'industria automobilistica americana (e chi non conosce la tristissima storia della Ford Pinto?) negli anni in cui i giapponesi cominciavano a prendere il largo.

Però questa è solo una parte della storia perchè la Vega è una delle macchine preferite dai mattacchioni appassionati di Hot Rod. Ne esistono infatti delle versioni atroci e super esasperate tali da rendere la Vega una sorta di pietra angolare nel mondo dello smanettamento automobilistico americano.

E la HW che cosa ha combinato? E' presto detto...





La Vega originale è una macchinina e la HW ha realizzato una macchinina. Questa versione è un po' particolare perchè non riproduce nè la Vega in versione da strada nè il boliduccio stile Hot Rod. Insomma è una via di mezzo. Le proporzioni sono quelle ed il livello dei dettagli è buono, Il colore della carrozzeria è passabile, il muso abbastanza ben fatto con i fari ben evidenziati, luci di ingombro sulle fiancate di un bel colore arancione come vuole mammà. Cerchioni standard ed interni rispettabili con vetri trasparenti. Dignitoso il fascione nero sui fianchi.

Che dire? Un modello niente male alla fin fine. Vuoi vedere che alla fine la riproduzione della HW è migliore  come qualità dell'auto originale? Di certo questo esemplare vale tutto l'euro e mezzo che ho speso per acquistarlo: un affare...

Modello di reperibilità estremamente facile; vale la pena di collezionarlo perchè è ben realizzato e riproduce un'auto piuttosto famosa. Risparmiamole quindi torture e danni inutili...





venerdì 20 gennaio 2012

Ford Mustang Concept 1963

Caro Andreo,

come ti ho già scritto altrove (ma dove?), non sono un grande appassionato di concept car: fanno sempre un po' schifo. Però nel caso della Mustang mi tocca fare un'eccezione perchè la Ford Mustang è un'auto leggendaria ed è sempre interessante vedere come si è arrivati dai vari prototipi alla versione originale.

In questo risibile post esaminiamo la Ford Mustang Concept del 1963. Si comincia ad intravedere lo stile che caratterizzerà la Mustang definitiva: quindi questo prototipo è abbastanza azzeccato. Bisogna pensare poi a quanto gli americani fossero avanti in quegli anni nel settore automobilistico: prova a confrontare una Mustang con una Fiat 600 e fatti un'idea...

Veniamo a noi ed esaminiamo la riproduzione picciridda della HW.





Innanzitutto si tratta di una convertible, tanto per chiarire. Proporzioni corrette e livello dei dettagli buono, soprattutto nella parte posteriore con i fari ben evidenziati. Colore della carrozzeria corretto dato che questo prototipo uscì pittato di bianco. Interni azzurri... Cerchi HW standard: è stato evitato di mettere quelli maggiorati nell'asse posteriore. Esemplare di descreta fattura nel complesso.

Dato che è una concept car della Mustang direi che dovresti darti da fare per possedere l'esemplare in questione anche, diciamo così, per fini storici. E' un modello anche discretamente realizzato, quindi hai una motivazione in più. Uhè! Vabbè che si trova in giro facilmente, ma, considerato quanto detto sopra, questo non significa che questo modello possa essere sfregiato o scassato. Oltretutto è una convertible, quindi delicatissima. Occhio, allora!



martedì 17 gennaio 2012

Pontiac Firebird 400 1967

Caro Andreo,

la Pontiac Firebird del 1967 nella versione 400 è uno degli esempi più classici di muscle car americana. E' una macchina talmente nota negli USA fra gli appassionati del generre che veramente si fa fatica a trovare qualche cosa di originale da dire. Qui ci troviamo di fronte ad un esempio di Firebird della prima generazione con un motore di cilindrata 6600 (però!) con soli 325 cavalli. Bella macchinina: però mi sa che consumava un casino di benzina...

Comunque, oggi nei raduni degli appasionati di muscle car, di queste auto ne se vedono parecchie perchè hanno una linea accattivante, fanno un sacco di casino e ti fanno fare la figura del super burinone alla "uotsanamericanbboi nel kansansiti" stile Alberto Sordi.

Vabbè. Vabbè. Portiamo rispetto a questa Pontiac e vediamo il gioiellino di casa HW.





Insomma: muscle car era e muscle car è rimasta. Un esemplare del genere non avrebbe meritato sfregi di nessun genere e infatti non sono stati fatti. Anche se il livello dei dettagli non è la fine del mondo il risultato complessivo non è malaccio. Le proporzioni sono corrette anche se i cerchioni maggiorati a 5 razze (soprattutto queslli posteriori) hanno rimpicciolito il tutto. Buono il colore della carrozzeria con fasce bianche digeribili. Maniglie ben evidenziate, interni bianchi che possono fare una certa figura. La scritta 400 ci piace e ci fa da promemoria per differenziarla dalle altre Firebird. Unico neo: il muso poteva essere più rifinito: accidenti e che ci vuole?

Nel complesso una buona riproduzione di una bella scheggia americana: appioppiamole un voto dignitoso di una certa più che sufficienza.

Modello facile da trovare e quindi da collezionare. Ti prego di non danneggiarla fiondandola sulla tua pista alici e capperi. La robba deve durààà!!!!



venerdì 13 gennaio 2012

Jaded - Kaiser-Frazer "Henry J" 1951

Caro Andreo,

talvolta capita che, sgrufugnando in mezzo ai mucchi di HW magari presenti in un supermercato (cosa che può far fare una figura da mezzo scemo soprattutto se hai più di 10 anni di età - ma questa è la triste sorte del collezionista di Hot Wheels) può capitare che, dopo aver scartato decine di Pontiac, machinestranissime, stramberie varie, salti fuori un esemplare un po' eccentrico. Magari lì per lì non ti dice nulla: potrebbe essere una versione di pura fantasia di qualche fanta-macchina. Oppure potrebbe essere qualcosa di particolare. Questo alla fin fine te lo dice l'istinto perchè sulla confezione non c'è alcun indizio che ti possa aiutare a capire che razza di modello hai per le mani.

E' successo qualcosa di simile con la "At-a-Tude" che sembrava una mezza frescaccia invece era un'elaborazione di una Studebacker degli anni '50 oppure la "Metrorail". La stessa cosa è accaduta con questa Jaded. Sul momento ho pensato di aver acquistato una porchieriola: invece faccio una piccola indagine e cosa ti scopro? La Jaded è una Kaiser-Frazer "Henry J" del 1951

La Henry J era una macchinina americana costruita dalla Kaiser-Frazer per portare sul mercato un'auto molto economica, parca e quindi alla portata di tutte le tasche. Figuriamoci se in quegli anni di spreco assoluto gli americani potevano essere interessati ad una macchina piccola e che consumava poco. Nel 1953 venne ritirata dal mercato dopo che la Kaiser-Frazer era stata rilevata dalla Willys.

Anche se ha avuto una vita commerciale piuttosto breve, la Henry J ha oggi un mucchio di appassionati che recuperano questi rottami e li trasformano in mostri su 4 ruote, hot rods e dragster.

E ora, vediamo il modello della HW.




A guardarlo così si potrebbe già dire che si tratta di un esemplare abbastanza bruttino: però, in suo discolpa, bisogna dire che la versione originale non era un capolavoro di bellezza stilistica. Comunque vediamo un po'.

Le proporzioni sono corrette, il livello dei dettagli è scarsino. Il colore verde militare appannato non è il massimo, ma tutto sommato, dato che trattasi di un'elaborazione, non è poi 'sto terribile disastro. Vetri gialli, decorazioni un po' tristi e patetiche sulle fiancate, alettone in plastichina posteriore e rifinitura del muso con altrettanta plastichina grigia: cromature del tutto assenti. Peccato. 

Cerchioni maggiorati standard e scappamenti laterali in plastichina grigia. Sob...

Insomma si è visto di meglio: il risultato è modesto visto che alla fine questo modello sembra un insettone verde. Pazienza.

Modello di non immediata reperibilità. Anche se non è da urlo direi che, essendo la elaborazione di un'auto molto particolare prodotta da una casa automobilistica indipendente per pochi anni, merita di essere comunque raccattata.

In considerazione di quanto sopra, vediamo comunque di non maltrattarla troppo.







martedì 10 gennaio 2012

Chevrolet Bel Air 1955

Caro Andreo,

ci sono alcune auto americane che sono diventate un vero e proprio simbolo della mobilità del XX secolo. Forse quella più esemplificativa di quanto sto sbiascicando è la Chevrolet Bel Air del 1955. Quando dici Chevy Bel Air del '55 alla fine intendi dire "automobile": un po' come accade per il Maggiolino, per la Mini o la DS.

C'è poco da dire su questa macchina: una vera icona degli anni 50. Un'auto estremamente comune perchè prodotta in un numero smisurato di esemplari, dalla linea tipicamente anni 50: ancora non aveva le "pinne", ma presto le avrebbe avute... Insomma, una gran bella macchina.

Non so se si capisce, ma sono a corto di argomenti. Quindi veniamo al sodo ed esaminiamo l'oggetto in questione.







Premetto che abbiamo già incontrato una Bel Air del '55 nella pittoresca versione Taxi: ora qui abbiamo a che fare con qualcosa di più "normale".

Le proporzioni sono corrette e le finiture ed il livello dei dettagli sono abbastanza (e stranamente) elevati per un modello di questo genere. Il colore arancione-mandarino non mi fa strappare i capelli dalla gioia: un bicolore bianco-rosso o un azzurrino pastello sarebbero stati migliori. Ma va bene anche così perchè siamo abituati a tante aberrazioni...

Cerchioni standard a 5 razze, vetri trasparenti ed interni neri: un lavoro di buon livello nel complesso.

In sintesi si tratta di un esemplare di discreta fattura che, anche in considerazione del prestigio della vettura originale, non può mancare nella tua collezione. Si reperisce con grande facilità: quindi all'opera!

Direi che sarebbe una cosa a dir poco inconcepibile utilizzare questo modello sulla tua spericolatissima pista tonno e pomodori...